BRUXELLES – Questo Martedì, 4 aprile, i leader provenienti dall’Europa e da altre regioni decideranno che etichetta di prezzo attaccare al futuro del mio paese, la Siria. Durante la conferenza di Bruxelles, intitolata “Sostenere il futuro della Siria e della regione”, essi decideranno se esercitare pressione in maniera effettiva per far valere i principi per i quali gli stati membri si battono, ossia i principi dei diritti umani e di responsabilità, o se nascondere tali principi fondamentali sotto il tappeto e fingere di essere alla ricerca di un futuro radioso per la Siria.

 

Chi finanzia la ricostruzione della Siria? Un numero crescente di conversazioni su come l’Europa può finanziare la ricostruzione della Siria sono avvenute, ma con pochissime referenze a giustizia, riconciliazione e diritti. Inoltre, la Russia e l’Iran hanno recentemente dichiarato che essi non possono finanziare la ricostruzione, nonostante il loro ruolo nello schiacciare il paese. Si crede che i diplomatici russi abbiano persino chiesto all’Europa di pagare il prezzo per quello che loro hanno direttamente contribuito a distruggere.

 

L’ultima cosa che l’Europa deve fare. Oggi l’Europa possiede influenza credibile e può scegliere se usarla per una soluzione, basata su principi e diritti, al flagello di milioni di siriani, i quali sperano soltanto per una cosa: ritornare alle proprie dimore senza temere per la loro incolumità. Alla conferenza di Bruxelles, ci si aspetta che l’Europa dichiari di essere pronta a devolvere decine di miliardi di dollari/euro alla ricostruzione, tuttavia soltanto qualora un piano di transizione politica venga stipulato. In altre parole, l’ultima cosa che i paesi e i finanziatori europei devono accettare è di finanziare una ricostruzione mentre violenza, carestia e sfollamenti forzati continuano, mentre tortura e detenzioni divampano e mentre si da’ la caccia a guidatori di ambulanze e distributori di cibo come se fossero dei terroristi. L’ultima cosa che l’Europa deve fare è andare a prendere il libretto degli assegni dopo che gran parte del paese è stato ridotto in macerie a causa dei bombardamenti aerei, barili bombe e altre pratiche illegali e disumane finora impunite.

 

L’aiuto alle donne senza nulla e nessuno. Maria Al Abdeh, CEO di Women Now For Development, dice: “La nostra è una delle numerose organizzazioni della società civile che lavorano in Siria dal 2011. Ogni giorno, queste organizzazioni nutrono centinaia di famiglie in aree sotto assedio, nelle quali i siriani vivono nella paura di diventare la prossima Aleppo, bombardati e affamati sotto lo sguardo orrificato ma passivo del mondo. Aiutiamo le vedove di guerra ad assumere il controllo e la dipendenza finanziaria al fine di prendersi cura delle proprie famiglie – ha aggiunto Maria Al Abdeh – diamo supporto psicologico a bambini traumatizzati. Apriamo negozi e panifici e facilitiamo iniziative agricole. Altre organizzazioni della società civile includono organizzazioni che provvedono soccorso medico, le quali si prendono cura dei feriti di guerra e rispondono a bisogni giornalieri relativi alla salute della popolazione”.

 

L’appello alla Mogherini. “Allo stesso modo – ha poi sottolineato la responsabile dell’organizzazione – altre Ong documentano e denunciano violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, con lo scopo di ripristinare la giustizia e richiamare alla responsabilità di tutti per il futuro della Sira. Per tutto questo – ha aggiunto – veniamo chiamati terroristi da un governo creduto colpevole di abusi di diritti umani e diritto umanitario che a volte, secondo entità giuridiche internazionali, equivalgono di crimini di guerra. Faccio appello a Federica Mogherini e all’Europa – ha sottolineato ancora Maria Al Abdeh – affinchè non ci abbandonino. Noi, rappresentanti professionali e di principio di organizzazioni della società civile, vogliamo una Siria guarita, una Siria construita sui principi dello stato di diritto e di pari cittadinanza. Noi crediamo che ricostruzione sia senza valore in assenza di piani che assicurino giustizia, responsabilità e riconciliazione. Chiedete ad ogni siriano che incontrate nel vostro paese – ha concluso – e li sentirete dire che vogliono tornare a casa. Ma come si può tornare quando gli innocenti vengono impiccati nei sotterranei delle prigioni, e quando non vi è alcuna garanzia di protezione quando si ritorna al proprio paese di provenienza?”

Maria Al Abdeh CEO of Women Now For Development